martedì 9 ottobre 2007

Fiume Santerno

Il Santerno è un fiume della Romagna, le cui sorgenti e i primi 27 Km del corso, sono nella Romagna toscana, in Provincia di Firenze, ed è il maggiore affluente del Reno, sia per lunghezza, sia per portata d'acqua (media alla foce 16 m3/sec, minima 1 m3/sec, massima 936 m3/sec). Il bacino idrografico, nel solo tratto appenninico, chiuso al ponte della Via Emilia a Imola, è di 423 Kmq, dei quali 231 in Toscana e 192 in Romagna; comprendendo il tratto di pianura, supera i 700 Kmq.
Nasce presso il passo della Futa, a 1.222 metri di quota, nel crinale appenninico, in un anfiteatro di argille scagliose, una conca al cui centro si trova Firenzuola. Poi il fiume scorre in una vallata stretta e rocciosa (San Pellegrino); così incassato e tortuoso giunge fino a Castiglioncello, dov'è il confine fra la provincia di Bologna e quella di Firenze. A monte del Coniale riceve da sinistra il suo maggior affluente, il torrente Diaterna (con bacino di 74 Kmq, che scende, invece, dal Passo della Raticosa) e, dopo aver percorso una valle assai pregevole dal punto di vista naturalistico (anche perché assai poco antropizzata), gli reca circa un terzo della portata d'acqua complessiva. Altri affluenti da destra del tratto montano sono, presso Firenzuola, il torrente Violla (con un bacino di 14 Kmq), e, a monte di San Pellegrino, il torrente Rovigo (con un bacino di 47 Kmq).
Dopo Firenzuola il Santerno bagna Castel del Rio: qui la strada provinciale scavalca il fiume lungo il noto Ponte degli Alidosi, costruito nel Medioevo con la caratteristica forma a schiena d'asino. Il fiume tocca poi Fontanelice, Borgo Tossignano e Casalfiumanese. Successivamente, la sua valle si allarga e il Santerno sbocca in pianura, raggiungendo Imola. Poco dopo Imola il fiume riceve, ancora da destra, il Rio Sanguinario (lungo 10 Km e con bacino di 23,5 Kmq). Superata Imola, il Santerno passa tra Mordano e Bagnara di Romagna, poi rasenta Sant'Agata sul Santerno infine, dirigendosi a nord e poi a nord-est, sfocia nel Reno, presso Villa Pianta, circa 7 km a est della località Bastia. È affiancato da argini per gli ultimi 32 Km di pianura.
Nella zona pedecollinare, prima il Rio Sanguinario, poi il Santerno, fin dopo Mordano, marcano il confine fra le Province di Bologna e Ravenna; dopo, il Santerno scorre interamente in provincia di Ravenna.
Nel tratto montano intermedio, in virtù della particolare copiosità delle portate (in primavera il modulo medio facilmente si attesta sopra i 35 m3/sec), del corso tortuoso, in relativa pendenza e, talvolta, abbastanza angusto, si presta molto bene come sede di gare canoistiche, ed, anzi, insieme al torrente Limentra Inferiore, al fiume Enza ed al fiume Trebbia, è il principale corso d'acqua dell'Appennino settentrionale adibito a tale scopo.
Presso Fontanelice parte delle sue acque danno origine al canale irriguo Selice che, dopo avere bagnato Imola, rientra nel corso del fiume in pianura.
Presso i Romani, era noto come Vatrenus (piccolo Reno), ma nella Tavola Peutingeriana lo si trova già come Santernus. Si ritiene che in epoca romana il fiume passasse ad est di Bagnacavallo, nel territorio ravennate. Lo conferma il nome di una frazione di Ravenna denominata appunto Santerno, che oggi si trova vicina al fiume Lamone. Si pensa che il fiume, dopo aver attraversato Imola, si dividesse in due rami. Uno si dirigeva a nord-ovest verso il ravennate e l'altro proseguiva verso nord, fino ad immettersi nel delta del Po. Con il verificarsi dei dissesti idrogeologici dell'VIII sec. d.C. il ramo ravennate del Santerno si estinse.
Più volte il corso inferiore del fiume è stato artificialmente cambiato a scopo di bonifica. L'intervento più considerevole si svolse tra il 1885 ed il 1888, quando vennero eliminate le anse nei pressi di Sant'Agata sul Santerno, che rallentavano il corso del fiume e ne facevano alzare il letto, aumentando il pericolo di esondazioni ed alluvioni.Le piene e le rotte del fiume furono un incubo costante per le popolazioni circostanti. Lo storico di Massa Lombarda Luigi Quadri, ricorda come nel secolo che va dal 1679 al 1778 il Santerno ruppe gli argini nella zona dove viveva lo storico ben 14 volte.